I prezzi della produzione vitivinicola potrebbero crescere a causa dei rincari sull'energia che si riflettono sul mercato vetrario. Piergiovanni Ferrarese (Confagricoltura Veneto) denuncia: «C'è chi sta speculando, sarà una corsa all'imbottigliamento»
«Se mi rimane per quattro mesi in botte, perché non abbiamo bottiglie di vetro, non so come sarà la produzione di vino». La paura c’è, tra i vignaioli. In Monferrato uno dei più vecchi produttori di Barbera e Nebbiolo lo spiega senza mezzi termini: «Non si trovano più le bottiglie e abbiamo già fatto tutte le analisi del caso, ma se mi rimane fermo quattro mesi dovrò rifare tutto. E saranno altri soldi da spendere». L’azienda è ormai alla quarta generazione, visto che furono i nonni a comprare i filari poco dopo Moncalvo, ma una cosa simile non era mai capitata. E dire che avevano sopportato la peronospera e due guerre mondiali, ma di rimanere senza bottiglie proprio no. Qualcuno dice sia colpa della guerra, ma c’è anche chi non ci crede.
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Piergiovanni Ferrarese, presidente dei Giovani di Confagricoltura Veneto conferma che c’è un problema nazionale. «Io sono riuscito a imbottigliare – dice – ma ho già comprato le bottiglie per settembre. In un certo senso ho inventato i future sul vetro. Temevo di non trovarle. Sicuramente c’entra il costo dell’energia e delle materie prime, ma abbiamo il sospetto che ci sia anche un po’ di speculazione. Insomma qualcuno se ne approfitta. Anche perché i prezzi sono cresciuti, passando anche da 0,28 centesimi a bottiglia a 0,42. Il problema riguarda anche le etichette».
I rincari per i consumatori sono attesi per i prossimi mesi. Altri hanno già imbottigliato e qualcuno ha scoperto, non senza amarezza, che le bottiglie arrivate in ritardo erano state prodotte nel 2019. Ma almeno la produzione è salva. Perché se i vini più strutturati possono riposare in botte, quelli più “beverini” proprio no. In Veneto c’è chi teme di trovarsi nel bicchiere un Chiaretto o un Bardolino invecchiato. «Anche se abbiamo sempre cercato – continua Ferrarese – di cambiare fornitori il più possibile, il mercato delle bottiglie da vino è gestito da poche aziende e si ha paura in questo momento che i prezzi aumentino anche perché ci si vuole rifare delle perdite subite in pandemia». Nei prossimi mesi ci sarà quindi la corsa all’imbottigliamento nella speranza che si possa salvare quello che comunque è un patrimonio culturale e di eccellenza italiano.
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