Vercelli ha tirato un grande sospiro di sollievo alla notizia, questa mattina, dell’individuazione, da parte della Polizia, di sette dei giovani (tutti stranieri, uno minorenne) che, la notte tra l’11 e il 12 giugno, avevano messo a soqquadro piazza Cavour per un regolamento di conti. Attimi di grande paura, come aveva raccontato il titolare del ristorante che si trova proprio nella zona dei portici dove si era scatenata la bagarre; tra l’altro, una cliente di quel ristorante che era uscita un attimo dal locale per prendere una boccata d’aria, proprio in quel frangente, era stata ferita ad una gamba – per fortuna non gravemente – dal lancio di una bottiglia di vetro.
Un episodio che aveva destato forte preoccupazione in tutta la città. Ma la Polizia in base alle numerose telecamere presenti in quell’area e alle tante testimonianze è riuscita a risalire a sette dei rissaioli (non è da escludere che nei prossimi giorni ne vengano individuati altri), a denunciarli alla Procura di Vercelli e alla Procura del Tribunale dei Minori. Inoltre, il questore Maurizio Di Domenico ha disposto sette Dacur (il divieto di accesso ad aree urbane) nei confronti dei sette denunciati, in base al ruolo effettivo avuto nella rissa: tre di loro non potranno frequentare vie e locali del centro (chiaramente indicati nei provvedimenti presi nei loro confronti) dalle 21 alle 6 per un anno e gli altri quattro per sei mesi.
Provvedimenti, questi, di natura così rilevante per la nostra città da consigliare al questore di convocare questa mattina una conferenza stampa, in compagnia del dirigente dell’Anticrimine Marco Fabro per spiegare la portata dei Dacur. Il dottor Fabro ha ricordato che nel 2021 erano già stati adottati 12 Dacur, mentre adesso, a metà anno, sono già tredici. “E soprattutto – ha aggiunto il questore – mentre tutti gli altri precedenti riguardavano locali e vie ben precisi, questi sette provvedimenti riguardano un’area di divieto assai vasta e sono stati quindi assunti su misura per i sette giovani, che dovranno osservare rigorosamente le disposizione che vi sono contenute. Il mancato rispetto del Dacur comporta una denuncia all’autorità giudiziaria ed è un reato che può arrivare fino a due anni di reclusione”.
Il questore ha confermato che tutto si sarebbe sviluppato a causa di un apprezzamento fatto, in precedenza, ad una ragazzina, apprezzamento non gradito da uno dei due gruppi in causa (sudamericani da una parte, magrebini dall’altra). Di qui una prima scazzottata, che era costata 15 giorni di prognosi ad un giovane, poi la seconda scatenata da chi si era dato appuntamento sui social la notte di sabato 11 giugno in piazza Cavour “per regolare i conti”.
Secondo il dott. Di Domenico sarebbe totalmente da escludere l’ipotesi di una “guerra” tra baby gang di portata più ampia: si è trattato di un solo e specifico episodio, grave, ma isolato.
Il questore ha garantito che i controlli saranno assoluti e che ci sarà tolleranza zero contro chi delinque, danneggiando persone o cose. Ma ha aggiunto che ci saranno anche interventi per consentire alle persone di non essere disturbate, durante la notte. “Anche se piuttosto che parlare di malamovida – ha aggiunto – io parlerei di maleducazione”.
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