I sacchetti per la raccolta differenziata porta a porta (archivio)
Era il 30 agosto quando l’allora candidato sindaco Matteo Lepore twittava: «Siamo una città super perché dobbiamo avere l’ambizione di superare noi stessi ». Si riferiva anche alla pulizia di Bologna e al servizio dei rifiuti che, scriveva, «va migliorato». Tra i punti programmatici del suo mandato da primo cittadino c’è quello di migliorare l’aspetto della «città super» a partire proprio dalla cura dei portici, patrimonio dell’Unesco, e rottamando la raccolta porta a porta, introdotta nemmeno troppi anni fa dalla giunta Merola. Per questo motivo sono partite tra l’assessore ai Lavori pubblici Simone Borsari ed Hera le interlocuzioni di rito che dovrebbero portare la multiutility che si è aggiudicata per i prossimi 15 anni la gestione della pulizia della città e della raccolta dei rifiuti a cambiare alcune modalità del servizio concordato in precedenza con l’amministrazione comunale.
Il potenziamento del servizio da parte di Hera
Dallo scorso novembre erano state avviate già alcune azioni di rafforzamento da parte di Hera: l’introduzione di un coordinatore per ogni quartiere dedicato alla verifica del grado di riempimento dei cassonetti, l’incremento della frequenza degli svuotamenti in un centinaio di postazioni critiche , l’attivazione di un sistema di telecontrollo per la verifica del funzionamento dei cassonetti con carta smeraldo, l’incremento delle pulizie straordinarie in zone particolarmente frequentate come piazza San Francesco, Aldrovandi e Santo Stefano per togliere mozziconi di sigarette e vetri rotti , oltre a una maggior frequenza della raccolta porta a porta in alcune vie del centro storico particolarmente critiche.
Via i sacchetti da sotto i portici
Tra i nuovi desiderata del Comune ci sono una revisione del porta a porta finalizzata all’eliminazione dei sacchi da sotto i portici e il ripristino dello spazzino di quartiere. Sono queste le principali esigenze sentite dalla nuova Giunta sul tema. Quest’ultima partirebbe dalla necessità di avere un riferimento da interpellare e sollecitare in base alle urgenze del momento. Ad oggi gli spazzini sono già presenti sul territorio e si dividono la città a zone. L’idea del Comune è però che possano essere pronti a intervenire su segnalazione diretta. Questo di certo, se verrà trovata una soluzione con Hera, dovrà impegnare più personale sul servizio. E ci sarà bisogno di una rivoluzione anche per eliminare il porta a porta in centro. Tornerebbero, infatti, i tanto vituperati cassonetti per carta e plastica che prenderebbero prevedibilmente posto sugli stalli di auto e moto. Andrebbero acquistati nuovi mezzi per la raccolta e lo svuotamento dei cassonetti, perché quelli attuali sono diversi e non adatti allo scopo. Questo ovviamente se non si troverà un’idea alternativa ad un ritorno al passato.
Il porta a porta sotto esame
Viaggiando si scopre come il problema della raccolta differenziata dei rifiuti sia più che diffuso e come molte città abbiano risolto proprio con il porta a porta sulla strada. Anche passeggiando per metropoli all’avanguardia come Tokyo e New York si incrociano sacchi di spazzatura pronti per essere caricati su mezzi appositi . La differenza, in tutto il mondo e per tutti gli ambiti, la fanno soprattutto l’educazione e la responsabilità. E, a vedere quello che viene lasciato sotto i portici di Bologna nel giorno della raccolta, gli orari errati in cui vengono depositate carta e plastica, e osservando i sacchetti dell’indifferenziata che riempiono i cestini stradali o che vengono abbandonati di fianco alle isole per organico e vetro, si capisce quanta strada ci sia ancora da fare nella città dei portici premiati dall’Unesco.
La Carta Smeraldo si estende al Navile
Nel frattempo, il Comune, prosegue con l’estensione della Carta Smeraldo ad altre zone della città: domani verrà presentato con una conferenza stampa ad hoc lo sbarco dei nuovi cassonetti nel quartiere Navile . Proprio i cassonetti a calotta sono gli unici rimasti nel centro storico dove anni fa si è voluto interrare umido e vetro e lasciare alla raccolta porta a porta carta e plastica. La creazione di altre isole dedicate a carta e plastica, si ragionava all’epoca, sarebbe stata particolarmente onerosa e complicata, per cui ci si limitò a due categorie soltanto. L’eliminazione dei cassonetti che oggi si vorrebbero ripristinare portò più spazio per i parcheggi ai residenti, sottraendo allo sguardo 24 ore su 24 ore i non certo gradevoli contenitori per la spazzatura ed evitando episodi di vandalismo e degrado di cui erano spesso oggetto e di cui all’epoca ci si lamentava. Oggi i contenitori per la raccolta differenziata su strada sono 12 mila, i cassonetti per l’indifferenziata 3.200, i cestini stradali 1.500 in centro e 2.400 nel resto della città, le mini isole per organico e vetro sono 122 di cui 109 interrate, quelle maxi, per imballaggi plastici e carta e cartone, 16.
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