In provincia di Bari e Taranto, la Peroni ha rilanciato il vuoto a rendere, un sistema che consente di risparmiare e tutelare l'ambiente. I consumatori - una volta finita la birra - devono riportare la bottiglia di vetro al punto vendita così che, dopo essere stata trattata e sanificata, possa essere riutilizzata fino a 18 volte
Molti anni fa era consuetudine acquistare vino, birra, latte o acqua in bottiglie di vetro che poi andavano riportate al punto vendita. Parliamo del famoso “vuoto a rendere“, che consente di inquinare meno e risparmiare, un’abitudine che oggi dovremmo assolutamente riscoprire.
Il rapporto What a Waste, di cui vi avevamo parlato nel 2021, svela che in Italia sprechiamo ogni anno 7 miliardi di bottiglie e lattine. Tutto questo potrebbe essere fortemente limitato semplicemente “tornando” al vuoto a rendere. Leggi anche: Abbiamo bisogno di tornare al vuoto a rendere, il report che lo dimostra
E pensate che – non a caso – il 2022 è stato proclamato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite l’anno del vetro, ricordandoci così l’importanza di questo materiale e soprattutto la possibilità di servirsi di una pratica tanto semplice quanto utile come il vuoto a rendere.
Perché il 2022 è stato proclamato l’anno del vetro, ricordandoci l’importanza del vuoto a rendere
Forse non sapete però che un noto marchio di birra ha recentemente riproposto questa possibilità. Si tratta della Peroni e della sua bottiglia vuoto a rendere, prodotta nello stabilimento di Bari, dove una linea produttiva dedicata è in grado di fabbricare fino a 50 mila bottiglie all’ora.
Queste poi (grazie al contributo dei consumatori che dopo aver bevuto la birra le riportano indietro), una volta tornate nello stabilimento, vengono trattate e sanificate così da poter essere riutilizzate fino a 18 volte.
Le bottiglie Uni (il formato standard condiviso da tutti i produttori di birra fin dagli anni ’70) si riconoscono facilmente grazie alla grafica, in cui spicca subito il colore verde (simbolo di sostenibilità), l’icona del riciclo e l’indicazione “vuoto a rendere”.
Si tratta però di un’iniziativa locale, limitata principalmente al territorio di Bari e Taranto, gestita in collaborazione con il distributore locale e che riguarda i marchi Peroni e Raffo.
Ma come ricorda la Peroni, il vuoto a rendere è già disponibile da tempo anche nei bar e ristoranti italiani, nei formati da 20 cl, 33cl e 66cl, così come il vuoto a rendere che riguarda i fusti. Questi vengono prodotti in tutti e tre gli stabilimenti della Peroni (Roma, Padova e Bari).
Una scelta, quella del vuoto a rendere, che è stata fatta da qualche anno anche da un altro noto marchio di birra.
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Si tratta però ancora solo di casi isolati e questo non può certo bastare. È da tempo che diverse associazioni chiedono che il vuoto a rendere sia esteso il più possibile, così da accelerare la transizione verso un’economia circolare di cui abbiamo estremamente bisogno.
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