“Riprendiamoci la spiaggia!”: con questo slogan torna “Spiagge e fondali puliti“, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e alla pulizia dei rifiuti abbandonati lungo le coste della penisola, realizzata con il supporto di Sammontana (in qualità di partner principale), Biotherm e Gruppo Esposito (in qualità di partner), e in collaborazione con Erasmus Student Network (ESN). Nell’edizione 2022 sono più di 70 le iniziative di volontariato, organizzate in 17 regioni, nel fine settimana che va dal 13 al 15 maggio e nel mese di giugno, che interesseranno decine di enti, scuole, comuni e associazioni.
Tra le tante iniziative in programma, eventi di pulizia e riqualificazione ambientale come a Marina di Acate (Ragusa), di acqua-trekking per riscoprire il legame tra i corsi d’acqua e il territorio come a Montoro (Avellino), di pulizia di aree adiacenti a siti di interesse storico come a Selinunte (Trapani), di pulizia dei fondali con squadre di sub come a Polignano a Mare (Bari), di sensibilizzazione insieme a un flash-mob per richiedere un porto aperto, pulito e sicuro come a Terracina (Latina). Molti gli eventi previsti nell’ambito di Youth4Planet, il progetto di Legambiente realizzato con i giovani e per i giovani, che interesseranno diverse città: Palermo, Trani, Perugia, Ravenna, Quartu Sant’Elena (Cagliari), Nettuno (Roma), Palmi (Reggio Calabria), Termoli (Campobasso). Tra le attività previste la pulizia delle spiagge, visite naturalistiche, fitness funzionale e yoga all’aria aperta e workshop di sensibilizzazione sul rispetto degli ecosistemi marini.
Ma “Spiagge e fondali puliti” non è solo raccolta di rifiuti. L’associazione ambientalista offre una fotografia nitida dell’emergenza rifiuti abbandonati sulle spiagge grazie all’indagine “Beach Litter“, una delle più grandi campagne di citizen science di Legambiente basata su un protocollo ufficiale di campionamento e catalogazione dei rifiuti applicato su tutte le spiagge investigate dagli 834 volontari dei circoli locali di Legambiente che hanno partecipato all’iniziativa: parlano chiaro i dati dell’indagine presenti oggi e raccolti su 53 spiagge di 14 regioni (Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, Veneto). Sono stati censiti un totale di 44.882 rifiuti in un’area totale di 271.500 mq, con una media di 834 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia (8 rifiuti ogni passo) che supera ampiamente il valore soglia stabilito a livello europeo per considerare una spiaggia in buono stato ambientale, cioè meno di 20 rifiuti abbandonati ogni 100 metri lineari di costa.
La plastica è, ancora una volta, il materiale più comune ritrovato, con ben l’84% degli oggetti rinvenuti (37.604 sui 44.882 totali), seguita da 2.004 oggetti di metallo (4,5%), 1.920 di carta/cartone (4,3%) e 1.566 di vetro/ceramiche (3,5%). Inoltre, ben il 46% di tutti i rifiuti monitorati nell’indagine riguarda i prodotti usa e getta, alcuni dei quali al centro della direttiva europea che vieta e limita gli oggetti in plastica monouso, a cui è dedicato uno speciale focus.
Circa i due terzi del totale dei rifiuti ritrovati (il 64% del totale) sono rappresentati da sole dieci tipologie di oggetto (sulle 175 categorie totali). Al primo posto oggetti e frammenti di plastica con una dimensione compresa tra 2,5 e 50 cm (14,7% del totale), seguiti dai mozziconi di sigarette (l’8,5%) e dai pezzi di polistirolo (dimensione 2,5-50 cm) pari all’8,4%. E ancora tappi e coperchi in plastica (7,9%) e le stoviglie usa e getta (6,1%). Al sesto posto troviamo bottiglie e contenitori in plastica per bevande (4,8%), al settimo le reti o sacchi per mitili o ostriche (4,7%), seguite dai cotton fioc in plastica (4,5%). Questi ultimi, messi al bando in Italia in favore di alternative più sostenibili e compostabili, sono da considerare proprio il simbolo per eccellenza della maladepurazione. Nono posto occupato da oggetti e frammenti in plastica espansa (non di polistirolo) con il 2,0% e chiudono la classifica “altre bottiglie e contenitori in plastica” (1,9%).
«Anche quest’anno “Spiagge e fondali puliti” ritorna con uno straordinario lavoro di citizen science, con centinaia di volontari che hanno compiuto il monitoraggio dei rifiuti dispersi sulle nostre spiagge e con una straordinaria rete e di collaborazione fra associazioni, istituzioni, cittadini e imprese, che decidono rendersi protagonisti indossando i guanti come atto di protesta e di azione», commenta Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. «Un’edizione particolarmente importante, visto che il 2022 si è aperto con il recepimento in Italia della direttiva europea SUP (Single Use Plastics) e nella settimana in cui è stata finalmente approvata la legge Salvamare che permette ai pescatori di liberare il mare dai rifiuti. Risultati su cui ci siamo impegnati molto e che rappresentano senza dubbio un segnale positivo, in risposta all’sos che ci lanciano le nostre spiagge anche con il monitoraggio di quest’anno. L’usa e getta in plastica, come confermato dall’indagine “Beach Litter 2022”, resta tra le principali cause di inquinamento in mare e minaccia per l’ecosistema marino. L’impegno deve essere ora quello di proseguire in questa direzione, lavorando sulla sensibilizzazione delle persone, sulla gestione e il riciclo dei rifiuti, l’infrastrutturazione dei porti, altrimenti la sola messa al bando non sarà sufficiente».
La direttiva europea SUP prevede la riduzione di alcuni oggetti in plastica monouso, il divieto di produzione e immissione sul mercato di una serie di prodotti in plastica monouso e l’obbligo di marcatura dei prodotti consentiti realizzati in platica monouso.
I prodotti in plastica monouso rappresentano il 46% dei rifiuti maggiormente trovati sulle spiagge italiane durante la campagna “Beach Litter”. Tra quelli che tengono il primato dei più comuni sulle spiagge, al primo posto troviamo bottiglie e contenitori di plastica (inclusi i tappi e anelli), trovati 6.564 volte sulle spiagge monitorate dai volontari del cigno verde; seguono i mozziconi di sigaretta, al secondo posto con 3.836 unità, e le reti e attrezzi da pesca e acquacoltura in plastica con 3.610 elementi. E ancora i bastoncini cotonati per la pulizia delle orecchie (il 4% del totale dei rifiuti e 10% degli oggetti della SUP) e le cannucce e agli agitatori per cocktail (3% dei rifiuti totali e il 7% degli oggetti SUP), i contenitori in plastica per alimenti (2% del totale rinvenuto e 5% degli oggetti SUP), i bicchieri in plastica (3% del totale e 6% oggetti SUP) e infine le buste di plastica (2% del totale, 4% della SUP). Chiudono gli assorbenti igienici e i palloncini di gomma che, seppure censiti in piccole quantità (rispettivamente 124 e 67 unità), assumono un notevole peso per il loro impatto ambientale.
😔 Il problema è che se raccogli 10 rifiuti, ne spuntano altri 100… possiamo tutti fare molto nel nostro piccolo, ma se non cambia la mentalità, il nostro sarà sempre e solo lo sforzo di pochi!
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